jeudi 26 juillet 2007


La storia degli Arbëreshë (italo-albanesi) inizia in Albania, loro terra di origine.
Gli Skipetarë (albanesi d'Albania) hanno un'origine che si perde nel tempo, anche a causa della mancanza di una tradizione scritta, che risale ad appena due secoli or sono.
Lo stesso si può dire della loro lingua.
Alcuni studiosi sono concordi nell'affermare che la lingua albanese abbia origine dal ceppo indo-europeo, ma non sono concordi circa la sua evoluzione. Alcuni affermano che la lingua albanese derivi dalla lingua dei Traci, altri che sia stata influenzata dalla lingua degli Illiri. Il fatto straordinario è che nessuna delle lingue indoeuropee odierne abbia affinità con l'albanese.
Pietro Tassini, ambasciatore della Repubblica di Venezia, nel 1455 affermava:
"Gli Skipetarë sono un popolo che conserva intatte le tradizioni dei loro antenati, un popolo orgoglioso ed assettato di libertà".
Gli albanesi sono stati sempre un popolo stabile e conservatore e sono riusciti a sopravvivere grazie alla costellazione orografica dell'Albania, circondata da catene montuose alte più di due mila metri.

Arbëria Italiana


"Più unico che raro deve considerarsi il fenomeno di questa gente
che dopo cinque secoli di permanenza in terra straniera,
rimane tenacemente attaccata alla parlata,
agli usi e costumi della terra d'origine
".

Ernest Koliqi in "Saggi di letterattura albanese"


mercredi 18 juillet 2007

XXVI Festival della canzone Arbëreshe


Il festival si disputera' a
San Demetrio Corone (CS)

Sabato 18 agosto 2007






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MISS ARBERESHE 2007

Il 25 agosto ore 21 iniziera' la XI edizione di Miss Arbëreshe a Spezzano Albanese (CS).



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L'identità Arbëreshe


Durante l’incontro svoltosi presso l’ufficio “Alta Formazione” dell’Università degli studi della Basilicata presentato, a cura dell’equipe Sportello Regionale, il quaderno numero i della rete degli sportelli della Basilicata (Legge nazionale n.482/99 sulla tutela e salvaguardia delle minoranze linguistiche storiche).
Seguirà (in occasione di un nuovo incontro per il lancio online del portale “Arbereshe” sui cinque comuni alloglotti della regione) il secondo quaderno che raggruppa tutti gli interventi del recente convegno di San Paolo Albanese in Valsarmento. Il fascicolo di 72 pagine è intitolato “L’identità Arbereshe” con cover in quadricromia e redazione editoriale a cura di Waterloo Comunicazione sas.

Dopo la prefazione di Piero Aresta, coordinatore dello Sportello Linguistico Regionale, su tre direttrici di base: la formazione di eccellenza per l’occupazione, la ricerca scientifica ed il coordinamento regionale delle attività di valorizzazione, il quaderno si apre con Rita Librandi, già Preside della Facoltà di lettere e filosofia a Potenza, ora all’Istituto Orientale di Napoli, su: UsB, un legame sempre più stretto con il territorio. Con un occhiello “prima che sia troppo tardi” Patrizia Del Puente, docente di Glottologia e Linguistica, coordinatrice progetto, interviene nella ricerca linguistica sulle fonti scritte e nella tradizione orale. Sulla lingua-madre Arbereshe scrive Annibale Formica, presidente C.M. “Valsarmento” e sulla C.M. “Ufita” Bartolomeo Zoccano.

Tra i sindaci l’appello sul “vero punto di forza degli Arbereshe di Basilicata” da parte di Giuseppe Cantisani, primo cittadino di San Costantino Albanese. Interventi, fra gli altri, di Giuseppe Chiaffitelli, Massimo Summa, Giovanni Di Palma, Mario Cafaro e Donato Mazzeo sul “Catalogo multimedia-le in progress della rivista “Basilicata Arbereshe”.

Oltre ad un’ utilissima “appendice legislativa” e testi della legge n. 482/99, della delibera n. 97/200 della Provincia di Potenza (dentro la cui giurisdizione ricadono tutte le comunità albanofone lucane) le leggi regionali 40/98 (Basilicata) e 14/2004 (Campania), la dichiarazione Unesco ed in versione integrale la “Carta Europea delle lingue regionali e minoritarie”.

Carlo Chiurazzi, assessore della Regione Basilicata (Dipartimento cultura, formazione, lavoro) conclude i contributi del libro nella convinzione che l‘identità arbereshe attraverso il forte e motivato impegno delle istituzioni pubbliche e - ci si augura - dell’Università della Basilicata, passa da “oggetto di tutela” a “risorsa per lo sviluppo”.